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IL NAVIGLIO GRANDE

Risale al 1157 il primo significativo intervento idraulico effettuato dai milanesi per la difesa dei confini del territorio comunale, minacciato dall’imperatore Federico Barbarossa. In quella data i milanesi realizzarono un fossatum derivando le sue acque dal Ticino. Nel 1272 furono ampliate le sponde e reso più profondo il letto affinché fosse possibile la navigazione: da allora fu chiamato “Naviglio Grande”. Importanti studi successivi riguardanti realizzazioni idrauliche del sistema Navigli sono attribuiti a Leonardo Da Vinci. Collegando il Lago Maggiore alla Darsena di Milano, il canale consentiva un intenso traffico di merci, tra cui il marmo di Candoglia per il costruendo Duomo di Milano, il cui trasporto era esente da imposta: le barche, infatti, riportavano la sigla A.U.F. - Ad Usum Fabricae, da cui deriva l’espressione “a ufa” (gratuitamente). Legname, carbone, bovini, vino, pelli, sale, grano, riso hanno continuato a essere trasportati fino al 1979, quando l’ultimo barcone depositò il suo carico di sabbia alla Darsena milanese. Per sette secoli, il Naviglio ha costituito per i centri abitati sulle sue sponde, e tra questi Turbigo, non solo una via di comunicazione, ma un importante motore di sviluppo e un riferimento socio-economico.