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Collega la Via Fredda con la Via Milano e l’attuale denominazione si inserisce nel novero delle Vie che furono modificate dopo la Liberazione con delibera del 13 maggio 1945. Prima di allora era chiamata Via ‘Mario Brumana’ e aveva preso tale denominazine con delibera podestarile del 10 febbraio 1932: “Prima ‘Camicia Nera’ del Gallaratese – scrive il Podestà – fu ucciso il 4 settembre 1922. Martire fascista, attivo a Cardano al Campo (una lapide commemorativa fu piantata, in memoria), assai conosciuto a Turbigo tanto che la sezione fascista ebbe anche un labaro intestato a suo nome. Vittima dei comunisti a suoi funerali intervenne pure Sua Eccellenza Benito Mussolini”.
La storia di questa Via è molto antica. Già presente nel Catasto Teresiano del 1722, era allora indicata come Strada della Brughiera, nel senso che portava a terre incolte poste nell’area attualmente occupata dalla zona industriale. Tra le tante storie raccontateci da Adriano Azzimonti – che aveva vissuto lungo questa Via - c'è anche quella delle civette ( dette murì in dialetto). La vicenda risale al 1925 quando, sul tetto di una casa in via Patrioti, in una zona – allora, come dicevamo - che si apriva sull'aperta campagna ci fu una particolare nidificazione di civette e fu necessario un intervento deciso per eliminarle.
All’inzio del Novecento, in questa Via aveva trovato sede una cava - per produzione di sabbie lavate per cementi armati e ghiaie - con dragaggio fondata nel 1901 da Giovanni Seratoni, mentre negli Anni Cinquanta del secolo scorso i titolari erano i fratelli Giuseppe, Roberto e Dario.
“La Patria di un uomo è il posto dove è nato”, diceva Gianni Brera. Chi scrive è nato in Via Patrioti. Quella che fu la mia abitazione in affitto – nel cortile del Zito – è ancora là, tale e quale, al primo piano. Sono entrato a visitarla qualche tempo fa e ho sentitto ancora l’odore famigliare.
FOTO Lo sbocco della Via Patrioti sulla Strada Statale
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