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Undici febbraio 1929

Undici febbraio 1929


Trasversale destra di Via dei Frati fu denominata in occasione della firma del Concordato fra Stato e Chiesa che fece dire a Mussolini: “Sono più bravo di Cavour…”.

Difatti, la firma dei Patti Lateranensi avvenne l’11 febbraio 1929 e riuscì d’un colpo a colmare il fossato apertosi tra il Fascismo e il Paese dopo il delitto Matteotti. Artefici dell’evento furono il cardinal Gasparri e il Duce che sottoscrissero gli accordi nel Palazzo del Laterano (da qui l’aggettivo di lateranensi) in qualità di plenipotenziario rispettivamente del Pontefice Pio XI e del Re d’Italia Vittorio Emanuele III. Si chiuse così - con tanti soldi versati dallo Stato Italiano alla Chiesa che, sembrerebbe, li abbia investiti nel centro di Londra - la Questione Romana, apertasi a Porta Pia e non fa niente se, poco dopo, il Papa licenziò il suo Segretario di Stato, deluso dei rapporti tra Stato e Chiesa sorti proprio in conseguenza del Concordato.

Per tornare a nostro Vicolo cieco, inizialmente si chiamò della ‘Conciliazione’ (poi prese il nome attuale) e conduceva alle ‘Officine Meccaniche Excelsior Mazzoni’, la più antica officina turbighse, sorta giusto un secolo fa (1919) per iniziativa di tre soci: Caccia, Canna e Mazzoni. Con i torni paralleli, le limatrici, i trapaci Excelsior, nel secondo dopoguerra, la fabbrica dava lavoro ad oltre cento dipendenti.

FOTO Le ‘Officine Meccaniche Excelsior Mazzoni’, la più antica ‘fabbrica’ turbighese, sorta giusto un secolo fa (1919)