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LA CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO

Affacciata sul Naviglio Grande, la chiesa, conosciuta dai turbighesi come Géša in Giò, si è mantenuta inalterata nei secoli conservando la propria fisionomia barocca. Sorto a partire dal 1669 su una preesistente chiesa di probabile epoca longobarda e voluto con lascito testamentario dal cardinal Flaminio Piatti, l’attuale edificio tardo seicentesco ne è solo l’ultima trasformazione. Officiata dagli Agostiniani Scalzi fino al 1805, epoca della soppressione napoleonica degli ordini religiosi, la chiesa venne ceduta alla parrocchia mentre il convento fu venduto a privati. Pur spogliata della maggior parte dei suoi arredi e della suppellettile più preziosa, l’edificio conserva all’interno ancora alcune tracce del suo glorioso passato: l’altare maggiore, quello del Crocifisso del XVIII secolo e la tela di San Carlo Borromeo della scuola di Giulio Cesare Procaccini