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Le vie di Turbigo
Strade e contrade dalla A alla Z a cura di Giuseppe Leoni

La ‘Storia delle Vie’ è una sorta di ‘Storia del Paese’, perché quando viene denominata una Via significa che il Paese si allarga in tale direzione, secondo una raggiera partente dal centro storico. Con l’esclusione dei toponimi antichi, risalenti il ‘Catasto Teresiano’ del Settecento, oppure a quello ‘Lombardo-Veneto’ della seconda metà dell’Ottocento, di cui scriveremo alla fine della nostra storia.
Fu nel 1786 che l’imperatore d’Austria impose che il nome di ogni piazza fosse scritto sulla cantonata agli incroci. Successivamente, il ceto politico che governò il nostro Paese, a partire dall’Unità d’Italia, si prese cura della denominazione delle Vie al punto che, ancora oggi, rispecchia i quattro periodi che hanno caratterizzato il Novecento: 1° Guerra Mondiale, Fascismo, Resistenza, Repubblica.
E’ rimasta nascosta - ma è ancora rintracciabile attraverso i Catasti - l’anima più intima del Paese, quella definita dai toponimi antichi (come ‘Gaggio’ che, al tempo dei Celti, indicava un terreno ad uso pubblico per pascolo o legnatico) che fissavano l’identità storica. L’espansione del centro urbano, al di fuori dei due fulcri storici (Turbigh in su e Turbigh in giò), e la loro unione attraverso la Via Allea è iniziata nel primo Novecento.
La legge n. 1228 del 24 novembre 1954, Ordinamento delle anagrafi della popolazione residente, ha decretato che “Il Comune deve provvedere alla indicazione della onomastica stradale e della numerazione civica” che diventa determinante in occasione del Censimenti della popolazione e dell’industria. Precedenti disposizioni di legge stabilivano che “nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da almeno dieci anni “ e che bisognava preventivamente sentire la Soprintendenza prima di una nuva denominazione. Si tratta di leggi secolari che non sono mai state abrogate, ma neanche rispettate, per cui alla fine la toponomastica di un paese è frutto della sensibilità delle Amministrazioni Comunali che si sono succedute nel tempo.
Chiudiamo indicando i criteri con sui vengono catalogati i diversi ‘spazi’ pubblici:
VIA - E’ un nome generale che indica ogni spazio che è necessario percorrere per recarsi da un punto all’altro del paese. Con tal criterio è definita la quasi totalità della rete urbana turbighese;
STRADA - E’ così chiamata ancora oggi un’arteria periferica. Anticamente le strade erano essenzialemnte distinte tra ‘contrade’ (strettamente legate al centro strico) e strade che portavano aggettivi qualificativi: strade ‘vicinali’ poste ai confini del territorio comunale; strade ‘provinciali’ che attraversavano diversi territori comunali; strade ‘regie’ come la ‘strada del porto’ che partiva da Milano ed arrivava al ‘porto’ di Turbigo sul Ticino, confine di Stato;
VIALE - Il viale indica una strada alberata, come la Via Allea Comunale;
VICOLO - Il vicolo è una via stretta, talvolta a fondo cieco e spesso rappresenta la derivazione di una Via più importante della quale conserva il nome;
PIAZZA - La piazza, di solito, è un ampio slargo di origini antiche, identificata come il centro storico del paese;
GIARDINO-PARCO. Si tratta di aree pubbliche ‘verdi’.

Questa storia delle Vie turbighesi, curata da Giuseppe Leoni, è stata pubblicata sul sito comunale nel giugno 2018.

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