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Molinara

Molinara


Corre lungo la linea di confine con Castano Primo e fu denominara con delibera del Consiglio Comunale del 9 marzo 1965. Anticamente si chiamava ‘Strada dei Mulini’ per i due impianti esistenti al Ponte di Castano azionati dalla roggia molinara, ma poi fu denominata ‘Strada della Valle’. Quindi, oggi, lungo la Via sono presenti entrambe le denominazioni: la sponda destra, andando giù in valle, si chiama ‘Strada della Valle’ e fissa in confine del territorio castanese; la sponda sinistra ‘Via Molinara’ e indica il limite del territorio turbighese. Più avanti ancora prende un solo nome: ‘Via Ponte di Castano’.

E’ una delle strade più antiche del territorio, molto probabilmente preistorica, per i ritrovamenti archeologici affiorati in questi anni. Da quelli rinvenuti nell’area dell’attuale Villa Seratoni (nei pressi della quale è documentata la chesetta longobarda di San Pietro), a quelli che la cava ci ha restituito: si tratta di fossili di molluschi e di bovidi, prime testimonianze di vita nel nostro territorio. Documentati e studiati sono anche i ritrovamenti avvenuti all’inizio del Novecento in occasione degli scavi del Canale Industriale, il cui tracciato si sovrappose alla ‘strada mercatoria’ che collegava i paesi dei Laghi a Pavia costeggiando il Ticino.

Proseguendo nella direzione Ovest-Est, la strada porta all’antico borgo di Castano dove attraversa Corso San Rocco, attraversa longitudinalmente la Piazza e si infila nel Corso Martiri Patrioti. Passando dietro al Cimitero, prosegue verso Legnano. Difatti, anticamente la strada – in linea retta - congiungeva il Ticino all’Olona, i due fiumi più importanti di questa fetta di territorio. ‘Strada molinara o mornera’, dunque. Quando l’Olona non aveva più la forza per far ruotare le macine dei mulini, si portava il grano a macinare negli impianti del Ticino. Ecco perché – all’inizio del Settecento - è stato fatto un meraviglioso ponte in pietra, su quello che oggi si chiama il ‘Naviglio Vecchio’ (ma che allora era parte integrante del Naviglio), per permetetre ai convogli carichi di grano di arrivare ai mulini del Ticino. E sono ancora lì, in disarmo, specialmente il ’Mulino Vecchio’ (nella foto), con una ruota gigantesca che si sta disgregando piano piano… Purtroppo, a nessuno viene voglia di salvarla, come invece è avvenuto al Molino del Pericolo...