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Maggi, famiglia nobile, feudataria di Turbigo nel Cinquecento

Maggi, famiglia nobile, feudataria di Turbigo nel Cinquecento


Posta il località Belvedere, la Via Maggi fu denominata con delibera del Consiglio Comunale del 29 settembre 1985. Sono gli anni dell’urbanizzazione del Belvedere, quando il Comune decise di denominare le Vie in tale località sulla scorta delle famiglie che governarono il territorio in epoca medievale.

La presenza di questa nobile famiglia milanese in quel di Turbigo è documentata da uno ‘strumento’ del 2 ottobre 1538, rogato da Giuliano Pessina, notaio camerale, attraverso il quale e previo pagamento della somma di quindicimila lire, venne investito Castellano Maggi del feudo della pieve di Dairago, della quale faceva parte anche il nostro paese. L’investitura avvenne con ‘possanza di coltello’, nel senso che l’autorità spagnola del tempo aveva affidato anche il potere giurisdizionale al feudatario il quale – un mese dopo – insediò solamente a Turbigo (e non negli altri paesi) un pretore di altissimo livello: Domenico Saulo, presidente del Collegio dei Magistrati delle Entrate Straordinarie dello Stato di Milano, potente personaggio della corte dell’imperatore Carlo V.

Fu una scelta libera quella del feudatario Castellano Maggi, titolare dei diritti giurisdizionali o piuttosto un’imposizione statuale? Certo è che la scelta di una persona di tale rango porta con sé una valutazione dell’importanza del territorio turbighese. E quale potrebbe essere questa ‘importanza’ se non quella del portafoglio, motore primario della storia? Probabilmente era l’esistenza del passaggio sul Ticino che produceva introiti e i dazi potevano rappresentare quella Ragion di Stato di cui dicevamo. E’ certo solamente il fatto demografico: dopo che lo Stato di Milano finì in mano spagnole giunsero in paese potenti personaggi originari di tale nazione (i De Barzena che sposando una Piatti divennero proprietari del palazzo oggi chiamato ‘De Cristoforis’) e che la popolazione turbighese aumentò in maniera considerevole durante il secolo, segnali di un benessere a lungo agognato.

Chiudiamo ricordando che ben 10mila pertiche di terreno a Lonate 5ozzolo e S. Antonino erano di proprietà di Cesare Maggi, decurione di Milano nel 1549 il quale fu eletto nel Consiglio Generale dello Strato di Milano dal 1553 al 1559.