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De Cristoforis, famiglia nobile
Posta in località Belvedere collega la Via Odescalchi con la Via Piantanida e fu denominata con delibera del Consiglio Comunale del 29 settembre 1985, in seguito alla realizzazione – come dicevamo nel caso della Via D’Adda - di un piano di insediamento residenziale che portò a tracciare una serie di Vie - comprese tra le già esistenti Volantari del Sangue e Belvedere - tutte indicanti famiglie nobili che ebbero importanti proprietà nel territorio comunale.
In particolare, già nei primi anni del Cinquecento, del giurista filofrancese, Baldassarre Piatti (che sposò Laura Colli di Vigevano), figlio di Ambrogio, sono documentati importanti possessi nei territori di Turbigo, Castano e Robecchetto. Baldassarre aveva tre fratelli: Giovanni Angelo, Martino e Ludovico. Quest’ultimo costruì la ‘Corte nobile’ turbighese e dalla cui stirpe discende il cardinal Flaminio Piatti (1550-1613).
Abbiamo ricordato i Piatti in quanto i De Cristoforis ne acquisirono le proprietà con Tomaso, anche se il ‘palazzo de Cristoforis’ (attuale sede municipale), con annessa villa, risulta censito per la prima volta solamente nel 1854, anche se l’acquisto avvenne qualche decennio prima.
TOMASO De Cristoforis (questo ‘Tomaso’, nato nel 1793, è con una sola emme) aveva lasciato la vita militare nel 1816 con il grado di capitano d’artiglieria (aveva perso una gamba in guerra) e si era ritirato a Turbigo a gestire la ‘possessione’ che aveva acquistato per la pensione. Ancora nel 1848 venne chiamato dal Comitato di Difesa pubblica milanese a coadiuvare il cavalier Stampa nella lotta contro lo straniero durante le ‘Cinque giornate di Milano’.
Nel 1841, dopo la morte del fratello Giuseppe (fondatore del Museo di Storia Naturale di Milano), il capitano Tomaso de Cristoforis fu chiamato a tutelare la fanciullezza delle nipotine Fulvia e Giuseppina. In tale occasione il Consiglio Comunale di Milano stabilì che, nel conferimento del posto del Conservatore del Civico Museo di Storia Naturale, la famiglia De Cristoforis dovesse avere voce in capitolo, un diritto che si conserva tuttora. Fu quindi Tomaso De Cristoforis che accompagnò all'altare sia Fulvia (che si maritò con il banchiere Pietro Vassalli Cerruti, della famiglia dello scrittore autore de ‘La Chimera’) che Giuseppina (la quale sposò Giambattista Giovio appartenente ad una nobile famiglia comasca). A testimoniare la presenza in paese di Tomaso De Cristoforis ci sono molte lettere conservate nell'Archivio Parrocchiale, che documentano il conflitto con l'allora parroco don Pietro Bossi in merito a 'legati di culto' sulla proprietà che aveva acquistato e che il Nostro non intendeva onorare. Si trattava di una posizione tipica dei massoni che avevano lo scopo di emarginare la chiesa cattolica dalla realtà sociale.
Questo era l’uomo, di antico stampo risorgimentale e massone professo. Sposò Giuseppina Piantanida dei feudatari di Cuggiono - dei quali ereditò il titolo nobiliare e il cognome che aggiunse al suo - dalla quale ebbe un figlio, GIUSEPPE, primo sindaco turbighese dell’Unità d’Italia, sepolto con la moglie nel cimitero turbighese, primo campo. Giuseppe aveva sposato Paolina Van Lew dalla quale ebbe un unico figlio, LUIGI che, a sua volta sposò Maria Caspani vedova Imperiali. Fu sindaco di Nosate dove i De Cristoforis possedevano molti terreni agricoli.
E arriviamo ai nostri tempi. Una figlia di Luigi De Cristoforis, IDA ANTONIA detta ‘Tony’, sposò l’11 novembre 1914, l’avvocato Guido Gray di Novara. La coppia ebbe tre figli: SILVANO, ucciso a Roma dai tedeschi durante i moti successivi all’8 settembre 1943; FULVIA sposò Achille Boroli, uno dei fondatori della De Agostini di Novara, la quale, al primo figlio, diede il nome di Silvano, in memoria del fratello che divenne uno dei primi deputati di Forza Italia (poi lasciò la politica e si dedicò alla viticoltura); FILIPPO MARIA ereditò l’antico palazzo turbighese che vendette al Comune nel 1970 ad un prezzo inferiore a quello commerciale, per volontà testamentaria della madre.
FOTO Nel triportico del palazzo De Cristoforis, accanto all’entrata della biblioteca, sono affrescati le armi gentiizie di tre famiglie nobili: i De Cristoforis in alto, e sotto, appaiati, gli stemmi araldici dei Piatti e dei Piantanida. Accanto allo stemma araldico della sua casata c’è Tomaso Gray De Cristoforis (i Gray poterano vantare e vantano il cognome della nobile famiglia milanese) il quale venne a Turbigo nel 2012 per discutere sullo spostamento della Madonna - che ricorda lo sposalizio dei suoi nonni, Ida Antonia De Cristoforis con l’avvocato Guido Gray – collocata su una colonna trecentesca in fondo al parco.
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