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Roma già Via 4 novembre 1918 e Via Novara

Roma già Via 4 novembre 1918 e Via Novara


Da Via Allea a Via Novara è l’arteria longitudinale che attraversa, oggi, tutto il Turbig in giò, ma nel tempo è stata ‘strada del porto’, strada provinciale, probabilmente fu anche un tratto di quella via romana che da Como, attraverso Castelseprio, conduceva a Novara e da lì alle Gallie. Negli ultimi due secoli ha ospitato ben tre sedi comunali.

La denominazione è di quelle classiche e fu denominata, come in tutti i centri abitati italiani, nel 1932:

“Viste le note della R. Prefettura di Milano del 30 aprile 1932, n. 22066, colla quale si comunicava che, non essendo stata approvata la radiazione di Via Fredda (…) che occorre scegliere un’altra Via a cui intitolare la Capitale d’Italia e che questa può trovarsi nell’attuale Via 4 novembre 1918, arteria principale del paese, IL PODESTA’ DELIBERA di dare la denominazione di Via Roma all’attuale Via 4 novembre 1918 (ex Via Novara)”.

Nel 1831 era detta ‘Contrada della Bettola’ sulla quale si apriva il palazzo De Cristoforis. Prima ancora abbiamo già detto. All’inizio del Novecento era parte della strada provinciale Novara-Gallarate, per cui prese il nome di Via ‘Novara’ e, all’inizio degli Anni Trenta del secolo scorso, fu denominata Via IV Novembre 1918, data storica della prima guerra mondiale. Poi, quando un decreto di Benito Mussolini, impose che una Via principale di tutti paesi indicasse la capitale d’Italia, fu così denominata e lo è tuttora.

Era la zona dove avevano trovato sede nell’Ottocento tre osterie, proprio perché importante Via di trensito verso il Piemonte: 1 - ‘L’Osteria del Ranzan’ (prima sede del Fascio turbighese) si trovava in corrispondenza del n. 11 (nei locali della Gelateria che recentemente ha chiuso i battenti); 2 - ‘L’Osteria dei Tri basei’, detta del ‘Ramolla’ (divenne di proprietà Perotta che costrì l’attuale edificio nel 1898, oggi - dopo diverse gestioni - è chiuso), la quale fu gestita per mezzo secolo dal ‘Chef’, alias Pierino Perotta, che aveva studiato da cuoco e aveva denominato la vecchia osteria ‘Caffè Sport’, il quale era munito di un bel campo da bocce; 3 - ‘L’Osteria della Posta’, poi detta della ‘Tugnetta’, dove in alto occhieggia ancora uno stinto affresco a documentare quello che fu il punto in cui veniva depositata la posta del paese dalle diligenze che poi proseguivano lungo la strada del porto.

E’ stata per secoli l’arteria principale del paese, dove i ‘particolari’ Cavaiani avevano ed hanno ancora oggi, i loro eredi, le loro case di abitazioni. Lungo la Via c’erano anche due prestinai: Cedrati e Mereghetti. Gli attrezzi che si usavano nell’Ottocento per fare il pane erano la ‘marnèta’, al ‘baslòt’, la ‘palota’. Si faceva un segno sul pane giallo - che le donne portavano al forno - per poterlo identificare perché dal fornaio si andava solamente a cuocere il pane.

Al di là del ponte in pietra sul Naviglio avevano trovato sede nei primi decenni del Novecento alcune concerie: la ‘Cedrati’ e la ‘Piave’. La prima meriterebbe un libro (la Cedrati fu liquidata nel 1987 e l’area da allora è abbandonata), mentre la seconda fu fondata nel 1931 da Luigi Garavaglia e dalla moglie Rosa Rivolta e fu portata avanti dal figlio Giuseppe (che inventò la pelle ‘verniciata’). Una parte oggi è occupata dalla Mewa.

Franca Garavaglia, classe 1938, ha elencato - nel suo libro ‘Quaderni di Franca 2 - quali erano i negozi della Via Roma ai suoi tempi. Molti i Cavaiani ‘particulari’, che avevano attività artigianali (falegnami) e commerciali, ma anche i Perotta dirimpettai dei Cavaiani, sul cui lato erano insediati anche i Cedrati: Rosa Marcoli, chincaglieria; Sardo, tappezziere; Ranzani, ghiaccio; Aldeni, salumeria; Giuseppina Banda (Zepò), merceria; Pen di Rusin, sartoria; Gustin, barbiere; Mario, calzolaio; Guglielmo-Pierino, fruttivendolo; Giovanni, macellaio; Roberto, trasportatore; Pierina, posta-osteria; Ufficio Postale turbighese; Colombo, colorificio; Cavaiani Pepino (Pischin) e Vincenzo, falegname; Carluccia, parrucchiera; Comune di Turbigo; Scuole elementari; Vinat, vini e liquori; Banca Popolare di Novara; Zanzottera, prestinaio; Perotta Giuanin, osteria dei Tri basei; Perotta Isidoro, tabaccaio; Maria-Giorgio, gelateria; Piné, cartoleria; Carlo Colombo, corriere; Cedrati, prestinaio; Gigi dalla Pesa, osteria e pesa pubblica (che compare anche in una cartolina d’epoca).